Una nuova politica culturale per Roma

  Intervento di Mario Perniola al ”Festa dell`architettura”,
CASA DELL`ARCHITETTURA - ACQUARIO ROMANO
Piazza Manfredo Fanti 47  - Roma
    
    I due momenti storici in cui la civiltà romana è portatrice di un modo di pensare che ha validità universale sono la Roma antica e il cattolicesimo. Il significato di Roma nella storia del mondo è inseparabile da questi due grandi fenomeni culturali millenari di portata planetaria.
    Nella seconda metà del Novecento si è sviluppata, per opera di storici, filosofi, antropologi, pensatori e poeti, per lo più stranieri, una profonda revisione del significato della romanità antica e del cattolicesimo. Essa ha messo in evidenza un messaggio cosmopolitico, che consiste in un pensiero e di un metodo estremamente fini e talmente generali da poter essere applicati a qualsiasi situazione e a qualsiasi contesto.  Ciò che lo caratterizza è un esprit de finesse, un`attenzione estremamente vigile ai contesti specifici, una sensibilità raffinata nei confronti dell`indeterminato, del differente, del molteplice.  
    Eppure sembra che a Roma ben pochi si siano accorti di queste nuove ricerche che ci consentono di vedere con altri occhi il  nostro passato e di coglierne l`enorme importanza per il presente e il futuro dell`umanità.
    Infatti, tuttora si frappongono grandi ostacoli ad una nuova politica culturale del patrimonio romano. Questo continua ad essere gestito secondo le due ottiche opposte, ma complementari, del tecnicismo erudito  e della contemplazione spettacolare, senza che nessuno più nutra l`ambizione di considerare Roma come messaggera di civiltà e di progresso.
    Perché? Quali sono questi ostacoli che sembrano insormontabili? Per quanto riguarda la Roma antica, sono il giacobinismo e il fascismo. Per quanto riguarda il cattolicesimo,  sono l`anticlericalismo e il clericalismo.
    Come è noto  tanto la Rivoluzione francese quanto il fascismo hanno riattualizzato la classicità in modo strumentale e falsificante. Sicchè occorre innanzitutto liberarsi di queste due pesanti ipoteche. La mentalità che sta alla base delle istituzioni, del comportamento,  della vita quotidiana degli antichi romani non è affatto dominata  dalla affermazione oltranzistica di punti di vista astratti e ideologici: tutt`al contrario, ciò che caratterizza la religione, il diritto,  l`azione pratica dell`antica Roma è una visione pragmatica e flessibile dei rapporti tra gli individui e le differenti culture.
    Quanto al cattolicesimo post-rinascimentale e barocco, il primo ostacolo è rappresentato dall`anticlericalismo, che considera tutta la cultura cattolica come oscurantismo e superstizione. Essa invece contiene  una dignità di pensiero,  una profondità di prospettive, un significato spirituale  che va al di là di un`ottica meramente confessionale. Ma un ostacolo non minore è rappresentato dal clericalismo, che si considera come l`unico interprete autorizzato a parlare del proprio patrimonio storico: il cattolicesimo non può essere identificato con l`autorappresentazione della chiesa cattolica. Ormai in varie parti del mondo esiste un cattolicesimo culturale, che è autonomo rispetto alla camicia di forza che il clero vuole imporgli.

Per un approfondimento di queste problematiche vedi:
Mario Perniola, Transiti, Roma, Castelvecchi, 1998.
Mario Perniola, Del sentire cattolico, Bologna, Il Mulino, 2001.

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